2011
Un secolo di storia di Pordenone letto attraverso la poesia e i suoi protagonisti.
Un secolo, il Novecento, scandito dalla voce di chi ha amato, sofferto e perfino è fuggito da questa città. Un secolo intrecciato da eventi sociali e culturali ricchi di cambiamenti, illuminato e allo stesso tempo contraddittorio.
Samuele Editore, Fanna (PN)
978-88-903677-7-9
I poeti di questa collana, per la prima volta testimonianza completa e corale del territorio, indicano le caratteristiche dell’animo pordenonese additandone virtù e vizi. La fabbrica, il sesso, il progresso come sintomo e sinonimo della disumanizzazione paventata da Pasolini e, ancora, la memoria e il rimpianto per ciò che il medesimo progresso ha lasciato alle spalle si schiudono qui attraverso il fascino della poesia. Dalla caduta della Bossina alla società multietnica che vive e soffre se stessa, tutto passa attraverso la lente del cantore in un percorso lirico affidato ad autori che a pieno titolo possono definirsi come piccoli momenti artistici della vita. Ecco perché questa collana dovrebbe entrare nelle case di tutti.
[…] ci immergiamo in parole liquide, parole di sangue fluido e pulsante di Maria Pina la Marca, che rivela ciò che quasi più non affiora dal mare piatto dell’esistenza contemporanea. Suo è l’invito ad immergerci più che a galleggiare. Questi tratti densi e brevi ci pongono ad una certa distanza dalla materia poetica per meglio orientarci nel suo senso. […]
Maria Pina la Marca propone un’esperienza poetica quasi oggettiva, un percorso ininterrotto che va dall’intimismo memoriale dell’individuo alla storia personale collettiva spesso incombente e crudelmente intrappolata dal destino, intrisa di corporeità, di finitudine.
La sua visione volutamente parziale riporta il Tempo entro i limiti della cronologia, scandita dai pranzi, dalle stagioni, dai ritmi e dai resti della tragedia umana (veneziana).
Niente appare meno naturale delle regole di cui la storia vive. Niente è meno su misura dei giorni e delle ore, niente è meno silenzioso delle parole che non sappiamo dire (che) giacciono in fondo al cuore e che si assumono, loro malgrado, il compito di conservare il frastuono dei battiti dell’attimo subito passato… non abbiamo ricordi / ma aspri tamburi…
Il sapore del presente secondo il Menù del giorno nutre pensieri impudenti e rivela i numeri di una cabala esistenziale ricca di suggestioni. Un miliardo di granelli di sabbia, / … / per cento baci / non dati / fanno un mare / …
La parola liquida, si diceva, rimane fluida e comprensibile in questo oceano, addomesticata in rotte circolari, femminili, concave, dove il vento srotola storie che le rondini inseguono fino a un muro… secco / dei ricordi / (che) non è stato smantellato / e si resta coperti protetti / difesi ancora un poco.
Almeno per il tempo necessario a dare Senso al Tempo, grazie a parole indomabili, selvagge, infiammate e gratuite, spaventose e inespugnabili della poesia.
Poi, arresi, abbandonati al vivere potremo esultare per questa sottrazione.
CODICI SMARRITI
Flessioni dell’anima
che generano confusione
sbigottimento di fronte
ai codici smarriti
incomprensibile linguaggio
la dolcezza non basta a
comunicare
GIUGNO
Ho distese di terra argillosa
negli occhi
e ciuffi di mais vaganti
e file interminabili di papaveri
rossi
e vecchi casolari deserti
e macchie di rose rampicanti
e miseri salici piangenti
e lontane strutture d’autostrada
e consunti binari trasecolati
RONDINI
Da un ritaglio di finestra
sospese i un cielo senza vento
fra tetti e antenne
si perdono a vista d’occhio
e planano le rondini della memoria
Non più striduli garriti
ma i lunghi silenzi dei naufraghi
HO BEVUTO ALLA FONTE
Ho bevuto alla fonte
dei tuoi occhi
e navigato nell’oceano
delle tue braccia
su pianeti come stelle cadenti
fantasmagoria di luci
abbacinanti
che conducono alla deriva
delle nostre speranze
VENEZIA
Si alza il sipario
su un mare violaceo
con rari uccelli inquieti
in lontananza
e un aereo che atterra placido
Le ciminiere di Marghera
si stagliano in un cielo
sfumato di porpora
Le gru sono spente
come immobili dinosauri
HO SCAVATO LE LUNE
Ho scavalcato le lune
diafane
d’una memoria antica
per arrivare a te
fiore di giunco
dai pensieri appassiti
in primavere d’autunno
FUNAMBOLI DEL CUORE
Mi parli del non amore che vivi
indifferente armadillo corazzato d’egoismo
Lascia che slacci piano
la fibbia dei tuoi desideri
Mi ami lo sento
lo sento dagli occhi
che traboccano d’amore
quando taci
Funamboli del cuore
giochiamo ti prego
nel circo dei sentimenti
Il tempo se lo mangiavano gli occhi
Geografia dei luoghi amati
Per piano solo
La mia Fenice
Lettere — a te
mario momi — luigi molinis — maria pina la marca
L'aquilone terrestre
Il racconto mai scritto
Poesie d’amore per il terzo millennio
I poeti dell’Arca
Verrà l’inverno ancora
100 poesie d’amore
Funamboli del cuore
Incontri di poesia (1991)
Incontri di poesia (1987)
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