1991
Dopo quattro anni, si è voluto ripetere l’esperimento degli incontri di poesia «I poeti fra noi». La presenza non è stata folta come nell’87, però la metà dei partecipanti è stata di volti e voci nuovi.
Una constatazione preme evidenziare: le voci ed i volti nuovi sono stati di giovani e la loro presenza nel campo della poesia è il segno vivo di un valore tutt’altro che morto.
Osvaldo Bidinost
Claudio Puiatti
Ottavio Manfrin
Comune di Cordenons (Pordenone)
Dopo quattro anni, si è voluto ripetere l’esperimento degli incontri di poesia I poeti fra noi. La presenza non è stata folta come nell’87, però la metà dei partecipanti è stata di volti e voci nuovi: Alcuni avevano richiesto di ricalcare il modulo precedente, avendolo ritenuto buono e forse il più idoneo a far conoscere scrittori nuovi. Si poteva giustificare il nuovo appuntamento dandogli la fisionomia i una verifica della propria maturazione nell’arco d i quattro anni, ma avrebbe forse limitato la partecipazione: del resto l’eventuale verifica si è attuata ugualmente.
Si vuole ripetere qui una frase già scritta allora: la poesia è tutt’altro che morta, nonostante altri tioli di giornali come “Poesia: allori ma poche vendite” ad anche il più confortante “La grande invasione dei poeti” riferita al concorso Milanopoesia.
Una constatazione preme evidenziare: le voci ed i volti nuovi sono stati di giovani e la loro presenza nel campo della poesia è il segno vivo di un valore tutt’altro che morto.
La nostra iniziativa, senza intenti di rassegna e tanto meno di concorso, può aiutare anche per il futuro a far uscire da una comprensibile timidezza scrittori nuovi acanto ad altri già affermati, che nel nostro caso si sono dimostrati di una disponibilità unica nell’accogliere altri emici e compagni di viaggio: cosa rara di questi tempi!
Anche quest’anno la Biblioteca Civica, per tutto ringraziamento, ha offerto un calice di ottimo vino fragolino.
Osvaldo Bidinost, Claudio Puiatti, Ottavio Manfrin
Io sono
Là dove la buganvillea pende generosa
e il placido fico occhieggia
su costellazioni d’oleandri
io sono
Ben distante dal piatto Tavoliere
tappezzato di viti palafitte d’un’antica
profezia
E dagli olivi sulla regolare scacchiera
riarsa
Perfino lontano dalle migliaia di girasoli
dal mutevole carattere io sono
E dall’assurdo lamento d’ingiuria
e dalle litanie di stanche cicale
e dei passeri allegri nel loro ritmico
tam-tam mattutino
io sono
Io sono là
nel luogo in cui non cerchi
alla portata del tuo sorriso
Lunga
come
un filo
la mia
tenerezza
srotola
linguaggi
nuovi
Giochi
di perle
Questa
mia abilità
da palombaro
di legare
al filo
del cuore
le tenerezze
disciolte
Srotola
il filo
della mia tenerezza
muoviti
in passi
di danza
Amo le
faccette
poliedriche
dei tuoi
difetti
orsetto
mascherato
da leone
che ti nascondi
dietro
fondi di
bottiglia
Menù del giorno
Antipasto
Primo
Secondo
Dolce
Vino
Gelato
Il tempo se lo mangiavano gli occhi
Geografia dei luoghi amati
Per piano solo
La mia Fenice
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L'aquilone terrestre
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